Enzo Pellegrin
www.resistenze.org – osservatorio – italia – politica e società – 25-09-18 – n. 683
L’ultimo alito di vita reperibile in rete del Movimento Cinque Stelle piemontese sul TAV diceva più o meno così: stiamo facendo l’analisi costi-benefici e siamo fiduciosi del suo esito. Ci dovrebbero essere però delle azioni che in qualche modo facciano vedere che l’opera si fermi, perchè qui non hanno nessuna intenzione di fermarsi e noi non sappiamo più come giustificarci. Militarizzazione della valle compresa.E’ passato credo un mese da questa posizione che più o meno è stata retoricamente reiterata, sempre con la bandiera notav alzata.
Senza rendersi peraltro conto che l’analisi costi benefici è stata fatta da tempo da chi nel movimento ha una testa e non un’urna.
L’unica azione correlata coll’opera è oggi l’approvazione del recente decreto sicurezza del Vice premier Salvini, che gode non soltanto dei voti dei cinque stelle del Parlamento, ma anche dell’appoggio entusiasta del Premier incaricato Prof. Giuseppe Conte, che agita sorridente un cartello uguale a quello di Salvini, con il singolare hastag “#decretosalvini”. Atto sicuramente confacente alla statura istituzionale di un Presidente del Consiglio, peraltro poliglotta.
Nel decreto si prevede inasprimento delle sanzioni (reclusione fino a quattro anni e multa) per l’occupazione di terreni o edifici e la possibilità di usare le intercettazioni per le indagini su questi reati.
Insomma pene più severe anche per eventuali manifestanti che dovessero trattenersi in una area di cantiere come quella del TAV, oppure una fabbrica occupata, una scuola, e così via, non poniamo limiti alla fantasia. Possibilità di intercettarli senza limiti, possibilità di repressioni nuove e fantasiose nell’armamentario del potere.
Aspettiamo di vedere il testo e nel frattempo attendiamo con un po’ più di fiducia l’analisi costi benefici… per ora sobbarcandoci i principali costi, quelli della riduzione della libertà, ricordando comunque che il mondo non si limita solo a quel maledetto buco e che uno stato autoritario senza il TAV rimane sempre uno stato autoritario.
Anche questa è un’analisi costi-benefici.
E ora tutti a mangiare e giocare sul nuovo ponte di Genova.